Lo sciamanismo  non è un metodo, non è una disciplina o uno strumento, queste sono solo piccole sfaccettature di tutto ciò che esso può offrire. Ho avuto l'onore e la gioia di intraprendere questo cammino consapevolmente solo pochi anni fa, rendendomi conto che in realtà,  era dentro di me da sempre. Lo sciamanismo per me è uno stato dell'Essere, 
è l'anelito che ti conduce alla fonte, all'Uno,  è l'Essenza che ti ricorda che appartieni al tutto ed il tutto appartiene a te. 

Lara

DONNE SCIAMANE 

Riporto qui di seguito l'introduzione di un libro che ho trovato illuminante riguardo al ruolo delle Donne nello sciamanismo nel tempo,  fino ai giorni nostri. Come la scrittrice, anch'io mi sono chiesta: e le Donne??

Riporto qui di seguito l'introduzione di un libro che ho trovato illuminante riguardo al ruolo delle Donne nello sciamanismo nel tempo,  fino ai giorni nostri. Anch'io da quando ho iniziato "consapevolmente" questo percorso di crescita, mi sono chiesta, come ha fatto la scrittrice:: e le Donne??


"Lo sciamanismo è un fenomeno sociale e culturale che ha animato un vasto dibattito intorno a sé. Non è una religione, non crea istituzioni, né verità assolute fondate sulla rivelazione. Lo si può considerare una forma di spiritualità, a patto di non incorrere nella trappola dualistica a cui siamo stati educati come occidentali. Mi riferisco a quella lettura della realtà in cui le categorie di pensiero si oppongono l'una all'altra: la materia e lo spirito, l'intuito e la ragione, la sfera celeste  e quella carnale, animale. Questa scissione degli elementi vitali, che ha in primo luogo portato la divinità in un territorio diverso e lontano dalla sfera fisica, ha fatto sì che la narrazione costruita intorno al tema religioso seguisse una scala  gerarchica, in cui i monoteismi, le cosiddette religioni del Libro, occupano tuttora i primi posti. In fondo alla scala sono situate le cosiddette religioni primitive, generalmente caratterizzate da forme di politeismo e animismo. Di fronte a questo scenario, l'atteggiamento comune della nostra società nei confronti dello sciamassimo è stato pressoché di due tipi: chi lo ha considerato come un fenomeno esotico e ascrivibile allo strato arcaico della società e chi ne ha edulcorato le caratteristiche, creando personaggi densi di doti eccezionali e bizzarre, spesso impegnati in fantasmagoriche battaglie, con demoni e spiriti. In entrambi i casi si è persa la dimensione collettiva e terrena, quella che ci mostra innanzitutto lo sciamanismo come un insieme di pratiche che investono il corpo e la mente, guidato da una visione  del mondo dove ogni cosa è interconnessa ed esiste in virtù della trama cosmica di cui è parte. Una visione poco riconosciuta dal modo occidentale perchè non assimilabile all'interno di quel pensiero etnocentrico e maschilista che ha preteso per molti anni di leggere attraverso le sue uniche lenti, tutte le culture di questa terra.

Desiderando un punto di partenza, si può affermare che secondo la storia dell'antropologia, si è cominciato a parlare di sciamani verso la fine del XIX secolo, in riferimento all'area siberiana e ai popoli del nord dell'Asia. Da questi territori arriva il termine di uso comune sciamano ,  che il popolo tungusi definisce come Shaman, ma che pare avere preso in prestito dalla lingua manica (lingua parlata dall'antico popolo Jurchi, originario della Manciuria, regione situata a Nord-Est della Cina), nel significato di colui che è eccitato, mosso, innalzato.

Con il crescere della ricerca etnografica ci si è accorti che molte caratteristiche comunemente attribuite a questa figura nei contesti culturali di riferimento erano invece condivise da molti altri popoli, in svariate parti del pianeta, sicché l'uso della parola sciamano ha cominciato a essere introdotto tra gli antropologi in maniera più trasversale.

Nell'immaginario che gli studiosi dello sciamanismo hanno elaborato per noi, lo "sciamano" è una figura per lo più di sesso maschile, armato di tamburo o sonagli, vestita di indumenti eccentrici, adornata di resti animali, come ossa, piume, denti, unghie e pellicce. Ha un rapporto privilegiato con gli spiriti, che chiama al suo cospetto in modo volontario e da cui non è mai posseduto. Generalmente è arrivato allo status di sciamano attraverso una malattia iniziatica, che permette alla comunità di individuarlo come tale. E' in grado di muoversi attraverso i diversi piani di realtà in uno stato di coscienza modificato con la danza, il suono del tamburo, l'ingestione di enteogeni (piante e funghi rivelatori del sacro) ; sa interpretare i sogni e dominare il fuoco; cura le malattie con l'aiuto dei suoi spiriti alleati, invisibili, secondo una cosmologia che vede il Mondo di Sopra come la dimora degli Spiriti celesti e il Mondo di Sotto come quella degli animali e di altri spiriti connessi al mondo terrestre. 
Una delle più universali caratteristiche della funzione sciamani è quella di viaggiare attraverso il Mondo di Sotto per accompagnare le anime dei defunti presso la Terra dei Morti,  Questo garantisce alla comunità benessere, poiché le anime che non raggiungono tale luogo sono considerate spesso fonte di malattie per gli individui.
Tutte queste peculiarità hanno fornito per molti anni uno schema genetico, ma largamente condiviso per cercare di inquadrare il fenomeno degli sciamani presenti sul pianeta.

Dal punto di vista storico, invece l'origine dello sciamanismo sembra antichissima e grazie a reperti fossili e allo studio dell'arte rupestre gran parte degli studiosi ne ha tracciato la nascita in relazione al Paleolitico (da 35.000 a 10.000 anni fa). Secondo tale prospettiva è stato interpretato come un complesso che diede origine tanto alla religione quanto all'arte.....
Si ritiene che la vita delle nostre antenate e antenati  durante l'Età della Pietra fosse riconducibile a un'economia di sussistenza fondata sulla caccia e sulla raccolta, ma fino a poco tempo fa gli studi nel campo della preistoria, influenzati principalmente da una logica di tipo evoluzionista, hanno posto l'accento sulla caccia e sul ruolo centrale del maschio. Questa visione del passato alquanto semplicistica ha fatto sì che lo sciamanismo fosse connesso in speciale modo con il mondo venatorio....
L'antropologo Michael Ripinsky-Naxon, parafrando Wilhelm Shmidt, autore di Sulle origini dell'idea di Dio,  dichiara che i sistemi sciamani emergono dalla tradizione orientata al maschile dei cacciatori paleolitici, tradizione peraltro collegata all'idea di un Grande Dio Celeste, inteso anche come precursore del Dio unico giudaico-cristiano.
La relazione tra lo sciamanismo e il Dio del Cielo, è stata d'altro canto sostenuta ampiamente anche da Mircea Eliade, considerato ancora oggi uno dei maggiori riferimenti in questo campo di studi.
Eliade sostiene che, laddove lo sciamanismo si è cristallizzato nei termini di un complesso autonomo e specifico......

[....] fin dai tempi più remoti appare attestata l'esistenza i un Essere Supremo di struttura celeste che, del resto, morfologicamente corrisponde a tutti gli Esseri supremi iranici delle religioni arcaiche. Il simbolismo dell'ascensione  con tutti i riti e i miti che ne dipendono deve essere messa appunto in relazione col culto degli Esseri supremi celesti: si sa che l'altezza fu, come tale, santificata, che numerosi dei supremi delle popolazioni arcaiche ebbero il nome di "Colui d'in alto", di "Altissimo", di "Colui del Cielo" o semplicemente di "Cielo". [.....]

Come vedremo il triangolo caccia-Dio celeste-sciamanismo dei primordi che è emerso dalle indagini storiche e che assegna all'uomo un ruolo predominante all'interno del fenomeno che stiamo studiando non è ad oggi, più convincente, soprattutto alla luce dei nuovi studi inerenti all'evoluzione umana e all'archeomitologia.
La domanda che, come tante altre studiose di antropologia mi sono posta di fronte a questo scenario è stata: e le donne??
Le donne sono streghe, maghe, curandere, medium, indovine, guaritrici, herbarie, sciamane a quanto pare raramente.

Forse perchè nell'ambito dell'antropologia , della storia e dell'archeologia per molto tempo le donne sono state oggetti passivi, perlopiù invisibili agli occhi degli studiosi di genere maschile.

Più volte in questi anni di studi mi sono chiesta se fosse gusto far coincidere lo sciamanismo con una struttura patriarcale  della società e se non fosse necessario cominciare a catalogare le caratteristiche sciamaniche femminili, piuttosto che mettere in secondo piano le donne, se non in quei rari casi in cui il loro potere spirituale fosse stato realmente riconosciuto all'interno di una comunità. Da qui sono partita per capire quale ruolo occupasse la donna nella preistoria integrando il discorso storico con le ultime illuminanti ricerche nel campo dell'arte rupestre, tema di cui mi ero occupata anni fa durante la stesura della mia tesi sui Khoesan, un popolo ancora poco conosciuto ea cui ho desiderato dare ampio spazio all'interno di questo lavoro. Attraverso lo studio archeomitologico ho rintracciato alcune connessioni tra la Siberia ed il mondo dell'Europa Antica, ciò mi ha permesso di giungere a un punto di vista diverso e di rimettere in gioco alcuni aspetti importanti dello sciamanismo e del patto ancestrale che esso ha stretto con le donne e con le arti femminili.

Il mondo femminile è stato depauperato del proprio potere spirituale, ma l'importanza delle funzioni sciamaniche delle donne, sia da una prospettiva storica che transculturale è rilevante. (tratto da "Donne Sciamane" di Morena Luciani)
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